5.7

Visage

Come lecito aspettarsi da un film di Tsai Ming-Liang la pellicola procede su diversi piani narrativi (in questo caso metacinematografici) attraverso lunghe e volutamente snervanti sequenze con camera fissa che cercano di cogliere il pubblico e il privato dei suoi protagonisti e il loro classico disagio dovuto all'incomunicabilità superato come sempre solo attraverso l'arte (il cinema) e il sesso.
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